Il progetto del restauro del Castello è stato un intervento ispirato al mantenimento dell’autenticità del monumento anche nella sua incompiutezza architettonica, che riporta l’edificio all’utilizzazione pubblica.
La realizzazione di questo progetto è anche il frutto di un nuovo clima, culturale prima che architettonico, teso a valorizzare i monumenti del passato con interventi precisi, con attente operazioni nel rispetto dell’autenticità dell’esistente, per nuove prospettive di utilizzo.

Il criterio generale dell’intervento è stato quello di riportare il Castello alla situazione di non finito, propria del cantiere incompiuto di Juvarra al momento della sua interruzione, senza completamenti nè rifacimenti, affinchè ogni cosa apparentemente al tempo passato fosse mantenuta nella sua autenticità storica e artistica.
Uno dei quali è lo sporto panoramico trasparente che emerge da una grande parete , pensato per vedere dall’alto la pianta dell’atrio ma anche per indicare la direzione dell’impianto juvarriano non costruito e l’evocazione della sua immagine grandiosa.

Nel vano più ampio del basamento è stato ricavato un piccolo teatro di 130 posti, raggiungibili direttamente dall’esterno, adatto per manifestazioni diverse, anche indipendenti dalle attività del museo. Nel vano più ampio del basamento è stato ricavato un piccolo teatro di 130 posti, raggiungibili direttamente dall’esterno, adatto per manifestazioni diverse, anche indipendenti dalle attività del museo.

La mancata costruzione degli scaloni, che avrebbero allora costituito i grandiosi collegamenti verticali, ha reso necessario progettare una nuova scala, collocata in un vano libero, già destinato a contenere una scala mai costruita. Al centro di questo spazio vuoto, scostata dalle pareti, è stata posizionata la nuova scala in rampe metalliche, appesa a due cavi di acciaio ancorati a una trave superiore.
Un elemento aggiunto dall’evidente carattere innovativo, che oltre a sottolineare la motivazione funzionale risponde anch’esso al criterio di una possibile reversibilità dell’intervento.