Il suo utilizzo come spazio religioso cessò molto tempo fa, e dal 1977 divenne una piattaforma per le arti performative. Nel 1999, nasce la necessità di ampliare gli spazi disponibili per quello che nel frattempo era diventato il Centro per le Arti Contemporanee di Bruxelles per il Movimento e la Voce. il progetto consisteva nel rafforzare la presenza della cappella e il suo “essere lì”, attraverso la creazione di una sua copia.

La nuova estensione replica così le linee e la geometria della cappella esistente. Si contrappone alla sua massa con una struttura leggera che valorizza l’identità dell’edificio originale. Il volume duplicato appare come un’immagine semplificata della chiesa, dove gli elementi costruttivi fondamentali sono sistematicamente replicati.

Tra i due, un terzo elemento, di natura scultorea, funge da “trait d’union” tra la materialità originale della facciata e la sua negazione moderna. Questo vuoto interstiziale tra i due volumi costruiti è il luogo per comprendere l’intera organizzazione dell’edificio. Qui si trovano una scala sospesa dal tetto e un set di ascensori che distribuiscono verticalmente le varie funzioni su sette piani.